martedì 27 aprile 2010

Fotografia aerea

La Fotografia Aerea
Gli sviluppi e le applicazioni delle fotografia dall’alto
La fotografia aerea è uno strumento nato in Francia a metà del XIX secolo e da subito è stata considerata utile per il rilevamento delle caratteristiche del terreno difficilmente percepibili dal livello del suolo. Inizialmente è stata molto usata in ambito archeologico, i resti sono maggiormente visibili dall’alto, grazie ad una visione d’insieme, come è più facile capire l’organizzazione delle costruzioni dei nostri antenati.
Con lo sviluppo della tecnologia aerea, e fotografica, lo foto dall’alto sono state commissionate ed utilizzate anche per studi geologi ed urbanistici.
Oggi alcune aziende si sono specializzate nella fotografia aerea per fornire ad archietti e costruttori dei modelli
con una visuale dall’alto per la progettazione o ricostruzione di edifici.
Anche il settore del turismo ha sempre più preso in considerazione le fotografie aeree, la realizzazione di depliant,
brochure e guide turistiche è diventata sempre più precisa e accattivante grazie ad alcune foto molto belle,
che catturano l’attenzione dei turusti molto più di descrizioni testuali.
Gli attuali mezzi utilizzati dalla fotografia aerea sono:
1) Aerei
2) Satelliti
3) Elicotteri
4) Aerostati
5) Palloni Aerostatici
Fra gli ultimi utilizzi della fotografia aerea abbiamo servizi come Google Maps, Google Earth e Virtual Earth di Microsoft.

Fotografia, scultura&design




In una serata della Design Week milanese, appena conclusa da poco, può capitare di essere invitati a cena da un designer, un artista e un fotografo e ritrovarsi a mangiare del “sushe” sul tavolo da loro progettato. I padroni di casa sono Sergio Nava, Paolo Troilo e Ruggero Rosfer, supportati da Fabbrica Eos, e la sede il ristorante ZeroDue di fronte alle Colonne di San Lorenzo.
Il singolare oggetto presentato è un tavolo tatami con la riproduzione in scala 1:1 di una fotografia di Rosfer, che rappresenta una modella giapponese vestita solo di sushi. Il progetto è un incrocio tra culture, viene richiamata la pratica giapponese Nyotaimori che prevede di mangiare sushi direttamente da una donna ma con un'innovazione: il tavolo, con un semplice meccanismo, si alza e diventa una cornice retroilluminata, una vera e propria opera d'arte.
La tradizione viene interpretata alla lettera: infatti il termine nyotaimori significa “presentazione del corpo femminile”, e il corpo femminile si mostra così, in tutta la sua algida bellezza. I tre artisti svelano un'altra prospettiva da cui osservare le cose, un oggetto dalla doppia funzione che può essere fruibile come tavolo ed esposto come quadro e dimostrano come un'eterea donna oggetto può diventare donna soggetto d'arte.
Qui la fotografia si mischia con la scultura e anche con il design dando vita al non visto.