lunedì 25 gennaio 2010

Irving Penn...



Oggi un post su una personalità importante del mondo della fotografia da poco scomparso: Irving Penn.
Si affermò a 26 anni come assistente di Alexander Liberman per "Vogue", rivista per la quale realizzò numerose copertine, fra cui la prima in still-life (natura morta) a colori per il numero dell'ottobre 1943. Dopo la seconda guerra mondiale, Penn lavorò ininterrottamente per la rivista realizzando ritratti, foto di moda e nature morte con cui ha definito un nuovo «visual style» e lanciato l'estetica "less is more", cioè più si sottrae da un'immagine più essa può risaltare efficace e suggestiva; è partendo da questo presupposto che per primo fa un uso consistente dello still-life nelle copertine della rivista "Vogue" usando un linguaggio inconsueto, destabilizzante ed astratto ma proprio per questo innovativo.
Penn ha scattato anche alcune delle foto-icone degli anni Sessanta, come quelle dedicate alla Beat Generation e alla «Summer Love» del 1967.
Non si può dubitare quindi che fosse attento alle tendenze dell'arte, della moda...di tutto ciò che la fotografia poteva abbracciare.

mercoledì 20 gennaio 2010

la fotografia va in piscina...



Tra pochi giorni a Venezia, presso gli spazi espositivi della Biblioteca nazionale Marciana, aprirà un'esposizione dedicata ad uno degli ultimi lavoro del fotografo Stefano Nicolini, un autodidatta della fotografia che dagli inizi della propria carriera firma anche i testi che accompagnano i suoi fotoreportages.
L'esposizione che mi interessa prende il nome di Piscine dove, attraverso l'alternarsi di inedite soluzioni stilistiche, le fotografie in mostra, realizzate durante gli scorsi Campionati del mondo di nuoto Roma 2009, diventano paradigma della società attuale, proponendo differenti visioni della realtà a seconda del punto temporale da cui la si osserva.
In Piscine, spiega l'autore «sono passato dal ritrarre il gesto della natura al ritrarre la natura del gesto», una sorta di action painting che prende vita con il mezzo fotografico anziché con quello pittorico. "Si può leggere l'opera di Nicolini" dice la curatrice Laura Cherubini "come una possibile declinazione visiva delle Lezioni americane calviniane: Rapidità, Esattezza, Visibilità, Leggerezza, Molteplicità... Le sue figure di Nuotatori, stilizzate e quasi smaterializzate, e poi le linee precise delle corsie, moltiplicate all'infinito, evocano geometrie postumane e anaffettive del nuovo millennio. Dove l'acqua, elemento cosmico dei presocratici, origine taoista della realtà stessa, appare compressa dentro spazi artificiali e ordinati.
I Nuotatori così scarnificati sono la metafora di quella parte della società globale per cui la bellezza, vuota di sentimento, è ridotta a pura estetica, modello per schiere crescenti di uomini e donne che la monotonia di un'azione senzaiideali riduce ad automi".
Oltre la categoria dei nuotatori Nicolini si interessa anche ai tuffatori e al nuoto sincronizzato; i rettangoli d'acqua finiscono per ridisegnare un possibile tessuto dell'esperienza, come succede per il protagonista del racconto di John Cheever "Il nuotatore"da cui è stato tratto anche un omonimo film.

martedì 12 gennaio 2010

lo stile fotografico...




Per forza di cose la pubblicità è indissolubilmente legata alla fotografia però, se vogliamo essere osservatori più attenti ci sono dei fotografi che attingono al mondo della pubblicità e collocano i loro lavori nell'ambito dell'arte mentre ci sono pubblicitari che nascono fotografi e riversano nel loro modo di creare comunicazione il loro stile fotografico.
Per capire meglio porto due esempi: Barbara Kruger e Oliviero toscani.
Nella pubblicità dove il visual, che non sempre è di origine fotografica, l'immagine ricopre un ruolo fondamentale...perciò i due mondi sono così stretti. Barbara Kruger però compie un'azione ulteriore attraverso i suoi lavori per mettere questi due mondi in collegamento; prende immagini fotografiche in bianco e nero, le ingrandisce, le manipola e poi le unisce ad un testo provocatorio come si fa in pubblicità con la sola differenza che le inserisce nel circuito museale, li espone cioè nel contesto dell'arte non della comunicazione quotidiana, come sarebbe normale per un'immagine di quel tipo.
L'esatto opposto succede invece nel lavoro di Oliviero Toscani, uno dei pubblicitari più famosi e discussi al mondo, che nelle sue campagne pubblicitarie toglie alla parola il suo ruolo di protagonista incisiva e sbilancia l'equilibrio tutto in favore dell'immagine che da sola può comunicare tutto ciò che vuole, senza bisogno di orpelli e tanto più di parole.
In questi casi il successo delle rispettive operazioni o modo di procedere dei due "artisti" hanno introdotto nei contesti di riferimento un'innovativo linguaggio, che hanno estrapolato del suo ambiente d'origine e ricollocato in un ambiente diverso.

mercoledì 6 gennaio 2010

moda e fotografia...


Sin da quando la fotografia era alle prime armi il settore della moda ha attirato l'attenzione di molti che attraverso il mezzo della fotografia l'hanno documentato, raccontato e a volte anche criticato. Grandi nomi come il barone de Mayer, Steichen e poi Man Ray, in Italia Luxardo o Ghitta Carell hanno per primi avvicinato i due mondi che devono molto l'uno all'atro; se infatti la fotografia ha trovato nel mondo della moda un terreno fertile, all'interno del quale poter osare e sperimentare, per la sua ricchezza di soggetti e di stimoli allo stesso tempo la moda ha trovato nella fotografia il modo privilegiato per farsi conoscere al di fuori delle passerelle.
Oggi molti artisti attingono dall'ambiente della moda forse perché in esso trovano ben rappresentata la condizione dell'uomo odierno o forse perchè sono attirati semplicemente dalla sperimentazione e dalle forme che esso propone.
Uno di questi è Hiroshi Sugimoto che nelle sue fotografie di abiti celebri indossati da modelle d'eccezione: dei menichini: decide di isolare l'abito e presentandolo come protagonista dei suoi scatti. Nello specifico nella sua opera Stylized sculpture fa quasi una rassegna degli abiti che hanno segnato la storia della moda che attualmente si trovano nei maggiori musei di storia del costume o nelle collezioni private degli stilisti o degli appassionati.

martedì 5 gennaio 2010

La fotografia del consumo...







Il duo di artisti tedesco Fishli&Weiss nell'opera Sonne Mond und sterne, attualmente esposta nello spazio di Punta della Dogana a Venezia, usano il linguaggio della fotografia nella pubblicità per far riflettere il loro pubblico. Quest'opera infatti è costituita da lunghi tavoli sui quali sono disposte ordinate sequenze di pagine pubblicitarie. L'accostamento tra le immagini è ricercato in base anche alle dominanti cromatiche che presentano, ma anche in base alla categoria di prodotto che rappresentano o pubblicizzano. Attraverso queste immagini viene fatta una rassegna degli oggetti del desiderio e del consumo della società di oggi a cominciare dagli abiti da sposa che si fanno simbolo dell'unione nel vincolo del matrimonio, per poi passare ai bambini, all'attività sportiva, alle auto fino ad arrivare ai generi alimentari.