mercoledì 20 gennaio 2010

la fotografia va in piscina...



Tra pochi giorni a Venezia, presso gli spazi espositivi della Biblioteca nazionale Marciana, aprirà un'esposizione dedicata ad uno degli ultimi lavoro del fotografo Stefano Nicolini, un autodidatta della fotografia che dagli inizi della propria carriera firma anche i testi che accompagnano i suoi fotoreportages.
L'esposizione che mi interessa prende il nome di Piscine dove, attraverso l'alternarsi di inedite soluzioni stilistiche, le fotografie in mostra, realizzate durante gli scorsi Campionati del mondo di nuoto Roma 2009, diventano paradigma della società attuale, proponendo differenti visioni della realtà a seconda del punto temporale da cui la si osserva.
In Piscine, spiega l'autore «sono passato dal ritrarre il gesto della natura al ritrarre la natura del gesto», una sorta di action painting che prende vita con il mezzo fotografico anziché con quello pittorico. "Si può leggere l'opera di Nicolini" dice la curatrice Laura Cherubini "come una possibile declinazione visiva delle Lezioni americane calviniane: Rapidità, Esattezza, Visibilità, Leggerezza, Molteplicità... Le sue figure di Nuotatori, stilizzate e quasi smaterializzate, e poi le linee precise delle corsie, moltiplicate all'infinito, evocano geometrie postumane e anaffettive del nuovo millennio. Dove l'acqua, elemento cosmico dei presocratici, origine taoista della realtà stessa, appare compressa dentro spazi artificiali e ordinati.
I Nuotatori così scarnificati sono la metafora di quella parte della società globale per cui la bellezza, vuota di sentimento, è ridotta a pura estetica, modello per schiere crescenti di uomini e donne che la monotonia di un'azione senzaiideali riduce ad automi".
Oltre la categoria dei nuotatori Nicolini si interessa anche ai tuffatori e al nuoto sincronizzato; i rettangoli d'acqua finiscono per ridisegnare un possibile tessuto dell'esperienza, come succede per il protagonista del racconto di John Cheever "Il nuotatore"da cui è stato tratto anche un omonimo film.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Calvino dovrebbe essere un modello standard a cui riferirsi in ogni ambito della progettazione visiva..5 parole chiave che sintetizzano i miglior modo di comunicare con la nostra società odierna. Un vero e proprio "avanguardista"!